Résumé
L’articolo esamina ―attraverso le voci di Bonnefoy, Jabès, Celan, tre autori che talvolta vengono accostati per convergenze sia esistenziali che stilistiche― il rapporto tra identità e scrittura nel breve saggio L’intermissione dei cigni. Cinquantanove giorni alla frontiera della letteratura (Arcipelago itaca Edizioni, Osimo (AN), 2017) del giovane autore italo-parigino Angelo Vannini. È nel solco di queste originali esperienze che, a mio dire, la scrittura di Vannini si accosta alla forma del récit en rêve nel suo andirivieni tra i due momenti fondamentali del vissuto umano: quello del sogno e quello della realtà. Il saggio si conclude con una riflessione sulla scelta «etica» del linguaggio, che rimanda ad una lettura fenomenologica tout court.
Références
Bonnefoy, Yves (2001), Les Planches courbes. Paris, Gallimard.
Bonnefoy, Yves (1972) , L’Improbable et autres essais suivi d’Un Rêve fait à Mantoue. Paris, Gallimard.
Celan, Paul (1996), Di soglia in soglia (Von Schwelle zu Schwelle) (Giuseppe Bevilacqua, ed.). Torino, Einaudi.
Coleridge, Samuel Taylor (1939), Biographia Literaria (ed. J. Shawcross). Oxford University Press, Oxford, I.
Derrida, Jacques (2002), Fichus. Paris, Galilée.
Vannini, Angelo (2017), L’intermissione dei cigni. Cinquantanove giorni alla frontiera della letteratura. Osimo (AN), Arcipelago Itaca Edizioni.

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